Indennità di spesa sì – contributi previdenziali no?

Chiunque fornisca un aiuto volontario e riceva in cambio solo una piccola somma non è automaticamente tenuto a pagare i contributi previdenziali. Un tribunale lo ha ora chiaramente confermato.
Pubblicato da Patricia Lederer 06.06.2025 um 08:00 Uhr

Obbligo di previdenza sociale nonostante il lavoro volontario? Un tribunale fa chiarezza

I volontari di un museo no-profit possono ricevere una piccola indennità senza dover pagare i contributi sociali? È proprio questa la domanda su cui ha dovuto pronunciarsi il Tribunale Sociale di Stato dell’Assia e il risultato è positivo per le organizzazioni e i volontari.

Il caso: assistenza museale per pochi soldi

In un piccolo museo gestito da un’organizzazione no-profit, diversi aiutanti si sono alternati per svolgere semplici compiti: Aprivano il museo, riscuotevano i biglietti d’ingresso e coordinavano le visite guidate. Venivano pagati 5€ all’ora per il loro lavoro, ovvero 30€ per ogni giorno di lavoro – un pagamento inteso come “rimborso spese”.

Il punto dolente: non c “erano contratti scritti, né istruzioni, né orari di lavoro regolari. Ciononostante, la compagnia di assicurazione pensionistica ha richiesto i contributi previdenziali, sostenendo che si trattava di un lavoro soggetto all” assicurazione obbligatoria.

Il verdetto: il lavoro volontario rimane volontario

Il 23 gennaio 2025, il Tribunale Sociale di Stato dell “Assia si è pronunciato chiaramente a favore dei volontari (caso n. L 1 BA 64/23). Chi fa volontariato in un” organizzazione no-profit e riceve solo una piccola somma forfettaria per coprire le spese non è **soggetto** ai contributi previdenziali.

Il ragionamento: L’attività era chiaramente motivata da ideali, il piccolo compenso serviva solo a coprire le spese di viaggio o i pasti – e non a generare un reddito.

Il tribunale non è stato convinto nemmeno dal riferimento della compagnia di assicurazione pensionistica alla detrazione fiscale di 720 euro all “anno per il lavoro volontario. Il fattore decisivo è che l” attività rimanga di natura non retribuita – e questo era il caso.

Cosa significa per i club e i volontari

  • Nessun contributo previdenziale se l’attività è chiaramente di natura onorifica e non materiale.
  • I tassi forfettari sono ammessi a condizione che si riferiscano chiaramente alle spese.
  • La documentazione aiuta: un breve accordo scritto può evitare discussioni successive.

Il nostro consiglio per la pratica

Tuttavia, le organizzazioni dovrebbero verificare se ogni attività è davvero onoraria, soprattutto se vengono effettuati pagamenti regolari. Tuttavia, chi aiuta volontariamente e riceve solo un piccolo compenso in cambio, di solito non deve preoccuparsi dei contributi previdenziali.

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Foto Patricia Lederer
Patricia Lederer
L'autrice e amministratore delegato di PepperPapers

Patricia Lederer è un avvocato specializzato in diritto tributario, commerciale e societario. Lederer è specializzata in diritto tributario nazionale e internazionale e in diritto penale tributario. Si occupa di verifiche fiscali, indagini fiscali e rappresenta i clienti in procedimenti giudiziari presso i tribunali fiscali nazionali, la Corte fiscale federale, la Corte costituzionale federale e la Corte europea dei diritti dell'uomo.
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