Schufa si appella alla Corte Federale di Giustizia

La disputa sull'archiviazione dei dati entra nel vivo. La sentenza dei consumatori non è ancora giuridicamente vincolante. Schufa vuole ora che la Corte Suprema chiarisca per quanto tempo può conservare i dati negativi.
Pubblicato da Patricia Lederer 05.05.2025 um 03:16 Uhr

Schufa non si arrende. A seguito di una chiara sentenza del Tribunale Superiore di Colonia (OLG) sull’archiviazione dei dati relativi ai mancati pagamenti, l’agenzia di credito si appella alla Corte Federale di Giustizia (BGH).
Il motivo: l’OLG aveva stabilito che il periodo di archiviazione di tre anni per le voci negative non è compatibile con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).

Cosa ha deciso l’OLG di Colonia?

Il 10 aprile 2025, il Tribunale Regionale Superiore di Colonia ha stabilito (caso n. 15 U 249/24): “Schufa non può conservare i mancati pagamenti per tre anni. Deve cancellarli molto prima, ad esempio dopo sei mesi”.

La sentenza fa riferimento direttamente alla sentenza innovativa della Corte di giustizia europea del dicembre 2023, che aveva già classificato come illegale il trattamento automatizzato dei dati di rating da parte di Schufa.

Il caso specifico:
Un consumatore aveva pagato diverse bollette in ritardo, ma la voce Schufa negativa rimaneva.
Anche se i debiti erano stati saldati da tempo, la voce era ancora visibile a banche, proprietari e fornitori di energia.


Schufa si difende e si appella al BGH

Schufa si ritiene nel giusto. Il suo amministratore delegato Ole Schröder ha dichiarato a Handelsblatt: “La sentenza contraddice il regolamento approvato dalle autorità di controllo della protezione dei dati e si discosta dalla giurisprudenza precedente”. Si fa riferimento a numerose sentenze di tribunali regionali a favore del periodo di tre anni, come ad esempio la Corte Regionale Superiore di Monaco, e alle regole di condotta approvate dal Commissario per la Protezione dei Dati dell’Assia. Tuttavia, il Tribunale Superiore di Colonia non ha accettato questa argomentazione.

Schufa: “Tre anni migliorano la prognosi di rischio”.

Schufa giustifica il periodo di conservazione più lungo con i rischi statistici: “Chi ha avuto un mancato pagamento negli ultimi tre anni ha dieci volte più probabilità di essere colpito di nuovo”. In breve: meno tempo di conservazione = meno previsioni di rischio = meno prestiti.


I difensori dei consumatori: “Una vittoria di tappa importante”.

La Federazione delle organizzazioni dei consumatori tedesche considera la sentenza un grande successo per i consumatori: “La sentenza dimostra che i consumatori possono difendersi con successo da periodi di conservazione eccessivi. Ora spetta al legislatore garantire la protezione per legge”.


E che dire del punteggio di Schufa?

In un altro caso, Schufa vuole anche agire contro una sentenza del Tribunale Regionale di Bamberg. Alla fine di marzo 2025 è stato deciso che “Schufa non può calcolare il punteggio di credito in modo puramente automatico”.

Anche in questo caso, il tribunale fa riferimento alla sentenza della Corte di giustizia europea e anche in questo caso Schufa si appella.

Schufa ritiene che questa interpretazione non sia corretta. Dice: “La sentenza della Corte di giustizia europea non riguarda la creazione del punteggio, ma il suo utilizzo da parte delle aziende”.


Cosa significa tutto questo per te?

  • I tribunali in Germania stanno sempre più spesso annullando le vecchie pratiche Schufa

  • Le richieste di risarcimento liquidate potrebbero dover essere cancellate più rapidamente

  • I punteggi completamente automatizzati sono sull’orlo del disastro legale


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Foto Patricia Lederer
Patricia Lederer
L'autrice e amministratore delegato di PepperPapers

Patricia Lederer è un avvocato specializzato in diritto tributario, commerciale e societario. Lederer è specializzata in diritto tributario nazionale e internazionale e in diritto penale tributario. Si occupa di verifiche fiscali, indagini fiscali e rappresenta i clienti in procedimenti giudiziari presso i tribunali fiscali nazionali, la Corte fiscale federale, la Corte costituzionale federale e la Corte europea dei diritti dell'uomo.
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