Tassa sul commercio? Non per l’arte

Una sentenza piacevole per i creativi: un tatuatore non deve pagare l'imposta sul commercio perché il suo lavoro è stato riconosciuto come artistico.
Pubblicato da Patricia Lederer 08.06.2025 um 08:00 Uhr

Sentenza: il tatuatore non deve pagare l’imposta sul commercio

I tatuatori sono imprenditori, ma sono automaticamente soggetti all “imposta sul commercio? Non necessariamente. La Corte Tributaria di Düsseldorf ha stabilito che un tatuatore può lavorare anche come libero professionista, con il piacevole risultato di non pagare l” imposta sul commercio.

Il caso: dalla registrazione dell’impresa al lavoro autonomo artistico

Un tatuatore era attivo da anni e aveva inizialmente registrato la sua attività in modo tradizionale. In seguito l’ha cancellata nuovamente, affermando di essere ormai un “lavoratore autonomo”. L’ufficio delle imposte è stato di parere diverso: per le autorità, l’attività rimaneva un’impresa commerciale, con conseguente accertamento dell’imposta sul commercio.

Ma il tatuatore è andato in tribunale, con successo. Il tribunale fiscale di Düsseldorf (sentenza del 18 febbraio 2025, rif. 4 K 1875/23 G, AO) ha chiarito: l “attività può certamente essere di natura artistica – e quindi non soggetta all” imposta sul commercio.

Cos “è l” arte e cos “è l” artigianato?

I giudici tributari hanno fatto riferimento alla giurisprudenza consolidata della Corte fiscale federale. Secondo questa, esistono due tipi di attività artistica:

  • Esiste un“arte non finalizzata se le opere servono esclusivamente a produrre un effetto estetico. Non è necessario dimostrare nel dettaglio una particolare qualità artistica: è sufficiente che l” opera sia generalmente considerata “artistica”.
  • L‘arte commerciale, invece, è soggetta a requisiti più severi. Non è sufficiente che un’opera sia visivamente attraente. Affinché un’attività nel campo dell’arte commerciale sia riconosciuta come artistica, la persona deve essere creativamente attiva.
    Questo significa:
    Devono essere riconoscibili un approccio individuale e una particolare forza creativa. Inoltre, l’opera deve raggiungere un certo livello di design, cioè andare oltre la normale abilità artigianale.

Il tatuaggio dell’attore non è stato utilizzato a fini commerciali e non ha alcun valore di utilità pratica. Aveva esclusivamente finalità estetiche ed era quindi un’opera d’arte senza scopo di lucro. Risultato: attività di libero professionista.

Cosa significa questo per i tatuatori (e per altre professioni simili)

  • Freelance anziché commerciale: chiunque comprenda e pratichi il tatuaggio come forma di espressione artistica può essere considerato un freelance in determinate circostanze.

  • Nessuna imposta sul commercio: se l “attività è artistica, non c” è alcun obbligo di imposta sul commercio.

  • La valutazione caso per caso è decisiva: il riconoscimento di un tatuatore come artista dipende dalla natura individuale dell’attività.

Il nostro consiglio per i creativi

Tatuatori, designer e altri creativi autonomi dovrebbero verificare (o far verificare) se il loro lavoro rientra nell’attività artistica freelance. In questo modo non solo si risparmia sulla burocrazia, ma si risparmia anche sulle tasse commerciali.

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Foto Patricia Lederer
Patricia Lederer
L'autrice e amministratore delegato di PepperPapers

Patricia Lederer è un avvocato specializzato in diritto tributario, commerciale e societario. Lederer è specializzata in diritto tributario nazionale e internazionale e in diritto penale tributario. Si occupa di verifiche fiscali, indagini fiscali e rappresenta i clienti in procedimenti giudiziari presso i tribunali fiscali nazionali, la Corte fiscale federale, la Corte costituzionale federale e la Corte europea dei diritti dell'uomo.
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